SUPPORTO NELLA MALATTIA
Nel mese di novembre ho affrontato in diversi modi e da diversi punti di vista il tema del supporto e della necessità di chiedere aiuto che è un tema a me molto caro: troppo spesso pensiamo che sia sbagliato chiedere aiuto, che ci faccia apparire deboli, meno brave, meno in gamba, meno professionali, ma non è affatto così. Se ti va di approfondire questo tema puoi leggere l'articolo "Una donna forte sa quando chiedere aiuto".
Come life organizer affronto spesso questo tema nei miei percorsi perchè insegno proprio che, per avere una vita serena e con maggior equilibrio, occorre avere un buon sistema di supporto e voglio proprio che arrivi il messaggio che chiedere aiuto non è affatto sbagliato e non dobbiamo sentirci in colpa o egoiste se lo facciamo. Per questo motivo ho voluto parlarne con altre professioniste che stimo molto.
A tema "supporto ai figli nell'ambito scolastico e anche tra mamme" puoi leggere l'intervista a Ilenia Murdolo e ascoltare la nostra diretta Instagram del 19 novembre.
Oggi invece voglio riportarvi i punti principali della chiacchierata che ho fatto il 14 novembre, sempre su Instagram, con Silvia Zanotti, onco coach e paziente oncologica con cui abbiamo affrontato il tema del supporto nella malattia.
Le riflessioni che abbiamo fatto insieme sono davvero preziose.
"Quando si affronta una malattia oncologica è fondamentale centrarsi su di sè e comprendere fino in fondo quali sono i nostri bisogni per aprirci poi verso l'esterno e interagire con le persone che ci circondano, creando il giusto sistema di supporto che non è necessariamente composto dai parenti stretti. Questi ultimi sono inevitabilmente coinvolti, ma magari hanno a loro volta bisogno di aiuto e quindi può essere importante avere una rete fatta di amici, vicini, professionisti preparati per dare sostegno, ma anche il medico o il farmacista, possiamo essere creative nel creare il nostro sistema di supporto e non dobbiamo dimenticare che noi dobbiamo essere i primi a supportare noi stessi dandoci ciò di cui abbiamo bisogno."
La parola "creativo" torna anche nei miei contenuti più volte, perchè spesso restiamo ingabbiate nell'idea che a darci una mano possano essere solo le persone davvero a noi vicine, ma non è così, chiunque possa darci un supporto pratico o emotivo può far parte della nostra rete e, se ci prendiamo il tempo di rifletterci un attimo senza dare nulla per scontato, ecco che possono venirci in mente molte altre persone che possono rientrare in questa categoria. La vicinanaza e il supporto emotivo, per esempio, sono fatti anche di silenzi o parole dette al momento giusto o ancora le giuste domande e potrebbero arrivare anche a distanza di molti chilometri, dobbiamo imparare a pensare fuori dagli schemi e, appunto, non aver paura di chiedere aiuto.
"La malattia oncologica va affrontata con pazienza, si vivono diversi stadi perciò cambiano nel tempo i nostri bisogni e il tipo di supporto che ci occorre, è importante chiedere aiuto e instaurare una comunicazione aperta perchè non possiamo dare per scontato che gli altri comprendano ciò di cui abbiamo bisogno se non siamo chiari con loro, ma in primis con noi stessi: qual è la cosa che davvero può alleviarci, darci un po' di benessere che ci aiuta acambiare il corso delle nostre giornate?"
Il tema del selfcare è sempre presente in chi affronta, anche se solo in modo trasversale, la crescita personale. Io dico sempre che "il tempo per te stessa è il primo che devi mettere in agenda" ed è così perchè se tu non stai bene non puoi prenderti cura degli altri e no, non è egoismo, è volersi bene, è amarsi, prendersi cura di sè.
"Chiedere aiuto è segno di coraggio, significa mostrare agli altri la propria vulnerabilità. Ci sono tre aree che devono essere in equilibrio:
Darsi amore
Ricevere amore
Dare amore
Dobbiamo essere in grado noi stesse di prenderci cura di noi dal punto di vista emotivo e poi dobbiamo stare attente, soprattutto se siamo mamme, a non annullarci a favore del soddisfacimento dei bisogni della nostra famiglia. Quando si affronta una malattia tutto viene amplificato e può accadere che, nonostante le fatiche, nonostante gli effetti collaterali delle terapie, per esempio, vogliamo a tutti i costi mantenere un livello di servizio verso gli altri identico a prima e questo non è possibile. Occorre con umiltà e vulnerabilità avere una condivisione aperta e sincera con i nostri familiari e aprirci con loro"
Anche questo tema, quello del non annullarci per gli altri, mi è molto caro. Nei miei percorsi sulle abitudini e sulla gestione del tempo aiuto le donne che si affidano a me a creare spazio per se stesse, a delegare, a chiedere aiuto per poter avere la vita che desiderano, su misura per loro. Dobbiamo imparare a essere noi stesse una priorità, se noi stiamo bene staremo meglio con tutte le persone che ci stanno intorno. E anche il tema della comunicazione è molto importante: gli altri non ci leggono nel pensiero, se abbiamo delle necessità, delle richieste, dei bisogni specifici dobbiamo comunicarli, in modo gentile, ma chiaro.
"La malattia può unire fortemente, non per forza dividere, quindi, anche se finora non lo avete fatto voglio dirvi che non è troppo tardi per chiedere aiuto e cambiare la vostra situazione, se davvero lo desideriamo è possibile farlo."
La chiacchierata con Silvia è stata davvero meravigliosa e ci siamo ripromesse di farne un'altra più avanti, se volete approfondire con lei il tema del supporto nella malattia o scoprire come può esservi di aiuto con i suoi percorsi potete visitare il sito https://oncocoach.it/