CONSIGLI PER GESTIRE L’ANSIA E NON SOLO.
RISPONDE L’ESPERTA.
Siamo entrati nel vivo del 2025 e come dicono diversi studi a questo punto dell’anno la maggior parte delle persone ha già abbandonato i propri buoni propositi. È successo anche a voi? Oppure avete seguito i miei consigli (che potete trovare nell’articolo "E se i buoni propositi fossero solo portatori d'ansia?" ) e invece della solita lista di buoni propositi vi siete dati degli obiettivi SMART?
Beh, se ancora non avete le idee chiare o non sapete bene come definire i vostri obiettivi per il nuovo anno vi ricordo che potete prenotare la mia consulenza mirata “Dalla visione a passi concreti” lasciandomi un messaggio in questo form o scrivendo a susy@vitasumisura.it
Da buona life organizer io ho già la mia pianificazione annuale pronta, so su cosa focalizzarmi nei diversi periodi dell’anno e a proposito rimanete in ascolto perché tra febbraio e marzo ci saranno tante novità quindi, se ancora non lo fate, iscrivetevi alla mia newsletter e seguitemi su Instagram per restare aggiornate.
Ma veniamo a noi: in questo periodo storico in cui viviamo, l’ansia ci accompagna molto più di quanto non facesse nei tempi passati, l’era dei social amplifica tutto e non sempre riusciamo a restare a galla nel mare di informazioni, input, suggerimenti, mode e bisogni, veri o presunti, che la società ci propone/impone perciò, ecco che l’ansia fa capolino nelle nostre vite e restare o trovare un equilibrio non è facile, soprattutto se sei donna, mamma, lavoratrice, libera professionista in un crescendo di pensieri, preoccupazioni, impegni e responsabilità. Ecco perché imparare a prenderci cura di noi è così importante, fare delle pause, programmarle, organizzare il nostro tempo, sempre con flessibilità perché se no l’ansia aumenta, e chiedere aiuto quando ci rendiamo conto che da sole non ce la facciamo è fondamentale per non esaurirci (ne abbiamo parlato la scorsa settimana prendendo spunto dalla protagonista di “Sono esaurita” di S. Kinsella) e in certi casi una buona organizzazione può non bastare perché la nostra mente, influenzata da stanchezza, preoccupazioni, giudizi, pressione sociale ecc., può giocarci brutti scherzi e allora non basta la life organizer per rimettere tutto a posto, ci vuole un aiuto in più ed ecco perché oggi vi porto le parole di Francesca con cui vedremo di affrontare i temi dell’organizzazione, della gestione dell’ansia in modo più “mentale”, perché quando diciamo che dobbiamo prenderci cura di noi intendiamo non solo dal punto di vista prettamente fisico, ma anche e forse direi addirittura soprattutto mentale.
- Ciao Francesca, ti lascio la parola così puoi presentarti e dirci chi sei e di cosa ti occupi.
Ciao Susanna, sono Francesca Griffa, Psicologa Clinica e titolare del Centro sempliceMENTE di Siziano; un centro polifunzionale dedicato alla diagnosi, alla terapia ed al supporto psicologico per le persone fragili e le loro famiglie. SempliceMENTE è un progetto pensato per rendere semplici ed affrontabili le difficoltà del vivere quotidiano, con il supporto di un pool di specialisti in grado di rispondere ai bisogni delle persone, delle famiglie e della comunità. Le nostre aree di intervento sono psicologia, logopedia, osteopatia, nutrizione, apprendimento, comportamento e area motoria. Io sono la referente dell’area psicologica e mi occupo principalmente di supportare adolescenti e giovani adulti, con un approccio breve-strategico, quindi orientato al raggiungimento degli obiettivi.
COSA SERVE AL POSTO DEI BUONI PROPOSITI
- È da poco iniziato il nuovo anno che porta con sé un sacco di buoni propositi che però sono spesso fonte di ansia e comunque vengono presto abbandonati, su cosa invece dovremmo focalizzarci in questo inizio d’anno?
Creare nuovi propositi, obiettivi e target da raggiungere è un meccanismo che normalmente ci aiuta a prendere consapevolezza dei nostri desideri. E’ necessario alla nostra mente per fare il punto della situazione e per cercare di orientarsi in una determinata direzione. Tuttavia trasformare i desideri in azioni concrete richiede strategie specifiche, impegno, organizzazione, supporto, ma soprattutto e principalmente motivazione. Se alcuni di questi aspetti vengono a mancare, oppure non sono presenti con costanza nell'arco del tempo, gli obiettivi che ci siamo prefissati non vengono raggiunti o vengono raggiunti solo parzialmente. Questo ostacolo, può creare in noi emozioni negative come la paura di fallimento, forte autocritica, paura di rimettersi in gioco nuovamente. Sarebbe forse consigliabile concentrarsi prima di tutto sui progressi che abbiamo ottenuto fino a questo momento, sulle nostre capacità, sulla forza che abbiamo dimostrato nel cercare di mantenere costantemente l’attenzione sui nostri obiettivi.
- Nella nostra chiacchierata abbiamo parlato di motivazione, organizzazione e collaborazione, queste stesse cose io le insegno nei miei percorsi da life organizer con un approccio prevalentemente pratico, tu cosa puoi dirci al riguardo invece da un punto di vista più “mentale” e psicologico, perché sono così importanti?
La motivazione è uno degli elementi fondamentali del successo. E’ uno stimolo, cosciente o meno, che porta l’azione a svolgersi in una determinata direzione, finalizzandola al raggiungimento di un obiettivo. Dipende dalle competenze personali ovvero ciò che l’individuo è in grado di fare, e dai valori personali ovvero le idee che guidano un individuo. Attenzione però a non confondere interessi e motivazione; mentre i primi riguardano le aree che potrebbero piacere maggiormente a una persona, la motivazione è ciò che gli permette di mantenere stabile l’impegno in quella stessa area.
Anche se la motivazione è uno dei punti fondamentali del raggiungimento di ogni obiettivo, senza organizzazione le persone rischiano di procedere giorno dopo giorno senza una guida. Organizzare significa anche lavorare per obiettivi e tappe intermedie, meccanismo che ci permette di raggiungere con maggiore efficacia i risultati e soprattutto tenere monitorati i progressi.
Ugualmente importante è la collaborazione delle persone che orbitano intorno a noi. Una buona collaborazione produce una qualità migliore dei risultati, facilita l’esecuzione dei progetti, migliora l’efficienza delle squadre, crea ambienti migliori e fa crescere le persone. Non si parla solo di collaborazione dal punto di vista lavorativo, ma anche e soprattutto nella vita di quotidiana, con la propria famiglia, con i figli, i genitori ed i partner.
Motivazione, organizzazione e collaborazione sono gli ingredienti perfetti per raggiungere più rapidamente gli obiettivi prefissati!
- Io dico che “Puoi fare tutto ma non da sola”, cosa ci puoi dire del potere della delega e del “lasciar andare”?
Di solito è difficile lasciare andare persone, desideri, beni materiali, perché l’essere umano si sente più sicuro di fronte a ciò che conosce rispetto all’incertezza del futuro. La vita infatti è in costante cambiamento ed offre sempre tanti stimoli nuovi. Afferrarsi a un’azione o ad un’idea nota, ci permette di mantenere dei paletti di sicurezza. La nostra zona di confort, però, può diventare anche la nostra prigione! Restare troppo ancorata alle abitudini significa rimanere ingabbiati in una quotidianità che spesso non produce risultati e genera malcontento. Lasciar andare significa imparare ad essere flessibili e comprendere che non abbiamo bisogno di dirigere continuamente le cose in una direzione o nell’altra per evitare la catastrofe. Lasciar andare ci apre a un diverso rapporto con il tempo, diminuendo il senso d’urgenza e non affrettando decisioni e azione inappropriate. Lasciar andare vuol dire dare potere agli altri di diminuire il controllo che noi poniamo sulle altre persone, lasciandogli la libertà di fare le proprie scelte nei loro tempi e con i loro modi, mostrandogli una delle migliori forme di amore e rispetto che si possano mai offrire. Lasciare andare è un equilibrio tra libertà e presenza, una forma di fiducia nella capacità dell’altro che permetta quindi di aprire alla collaborazione e alla sinergia. Bellissimo, ma talvolta può fare paura!
- Ovviamente l’approccio all’organizzazione e alla risoluzione dei problemi non può essere uguale per tutti, infatti il mio progetto si chiama “vita su misura” perché io do degli strumenti pratici, ma aiuto le donne con cui lavoro a personalizzarli e invito a farli propri perché “quello che va bene per me può non andare bene per te”, noi parlavamo infatti di predisposizione, come possiamo capire e riconoscere ciò per cui siamo predisposte e come questo può aiutarci nella gestione quotidiana?
Tutti noi siamo diversi, con le nostre competenze e fragilità, con le zone di luce e di ombra che ci contraddistinguono, quindi i percorsi, che siano terapeutici o formativi, devono necessariamente essere personalizzabili! Sono proprio le nostre fragilità il punto di partenza del lavoro che dobbiamo fare su noi stessi. Fragilità che spesso sono tenute sotto controllo, ma che ogni tanto ci sfuggono di mano gettandoci nel panico. Ciò che gli altri riescono a fare bene, per noi diventa una montagna insormontabile. Gli obiettivi che volevamo tanto raggiungere, perdono di interesse, gli sforzi messi in campo non danno risultati… Ma quindi siamo sbagliati noi? Abbiamo un disturbo o una malattia che ci impedisce di vivere serenamente? Spesso un disturbo mentale si presenta in una persona predisposta geneticamente che, in situazioni lavorative o famigliari particolarmente stressanti può o meno sviluppare una vera e propria patologia. Altre volte, invece, mostra solo una certa vulnerabilità, che viene comunque compensata dalle sue capacità di adattamento e di resilienza. E’ buona norma pensare alla salute mentale come parte integrante del benessere generale delle persone, alla base di relazioni sane e della produttività lavorativa. Tuttavia è ancora un argomento molto delicato e spesso si fa fatica a parlare dei disturbi che una persona può mostrare, pensando erroneamente che siano sintomo di debolezza o causa di giudizio negativo da parte degli altri. Non aiuta anche sapere che spesso la sanità pubblica non è in grado di accogliere la richiesta di emergenza in alcune situazioni critiche ed il fattore economico spesso pesa sul bilancio famigliare tanto da fare da deterrente all’intervento immediato sulle proprie problematiche.
PREDISPOSIZIONE E CONSAPEVOLEZZA
- Anche in rapporto all’ansia, ovviamente, c’è più o meno predisposizione, che consigli puoi dare a chi è più propenso a farsi prendere dall’ansia?
Che domanda difficile! Ovviamente ogni caso è a sé, ma in generale, possiamo dire che per combattere l’ansia prima di tutto bisogna prendersi cura di sé stessi; lavorare molto sulla consapevolezza, sulla capacità di riconoscere i propri limiti ed i propri punti di forza (luci e ombre). Poi può essere utile capire quali situazioni maggiormente ci mettono in difficoltà e soprattutto cercare di prevenirle. E’ importante socializzare, partecipare ad attività e progetti condivisi, concedersi le giuste pause, parlare dei propri problemi con amici e familiari o con specialisti che possano fornire le giuste strategie (come tecniche di rilassamento, di visualizzazione e respirazione). Ma soprattutto bisogna ricordarsi che lo stress è la risposta dell’organismo a stimoli provenienti dall’esterno, quindi una certa dose di ansia è positiva, perché ci comunica che il nostro corpo sta reagendo a stimoli esterni e ci mantiene in “modalità allerta”. E’ quando intacca la nostra vita quotidiana e blocca il normale svolgimento delle nostre azione e relazioni, che va presa in considerazione e gestita con i giusti interventi e nei giusti spazi.
- Abbiamo parlato anche di autovalutazione, quanto è importante e a chi dovremmo rivolgerci se non sappiamo farlo da sole? Come può aiutarci un professionista?
Più che di autovalutazione, mi piacerebbe parlare di “consapevolezza”, ovvero la capacità di comprendere ciò che percepiamo del mondo e come il nostro organismo si comporta in conseguenza ad una situazione o stimolo. Avere consapevolezza significa riconoscere in nostri pensieri, emozioni e azioni, senza darne alcuna connotazione positiva o negativa, quindi senza giudizio (che è sicuramente la cosa più difficile da fare!). Con il dovuto allenamento e con l’aiuto di chi ci vede “da fuori”, siamo in grado di riconoscere le nostre emozioni nei diversi contesti, sapere quali compiti svolgiamo meglio di altri, dove indirizziamo con maggiore efficacia la nostra attenzione, quali sono i nostri bisogni e cosa siamo disposti a fare per soddisfarli. Parlavamo di allenamento. Questa skill infatti, è molto utile sia a livello personale che lavorativo e si può sviluppare con impegno e pratica attraverso percorsi di mindfulness, regolazione del pensiero o focalizzazione. Grazie a tecniche di colloquio, all’utilizzo del diario personale o delle tabelle settimanali, siamo in grado di registrare eventi che tendiamo a dimenticare e collegarli ad eventi scatenanti. Inoltre, attraverso l’apprendimento continuo e la curiosità siamo in grado di entrare in contatto con nuove prospettive e strumenti di crescita e perfezionamento personale.
OBIETTIVI SMART: CONCENTRARSI SUI TRAGUARDI INTERMEDI PER CONTRASTARE L’ANSIA
- Parlando insieme hai detto “Tempo organizzato genera tempo”, io lo insegno ed è il messaggio che vorrei condividere, quali sono per te i benefici di un tempo ben organizzato? E in questo campo dove deve fermarsi il mio lavoro e iniziare il tuo o viceversa?
In un’epoca in cui la nostra capacità attentiva raramente supera i 10 secondi, la gestione del tempo è una vera e propria risorsa. Viviamo in un mondo molto frenetico e spesso ci troviamo a desiderare che le giornate siano più lunghe perché non abbiamo terminato ciò che avevamo pianificato. In realtà “gestire il proprio tempo” non significa occupare ogni singolo momento della giornata ma lavorare in modo SMART, anche prendendo spunto dal metodo sintetizzato da Peter Drucker che prevede la ricerca di un obiettivo Specific (Specifico), Measurable (Misurabile), Achievable (Raggiungibile), Realistic (Realistico), Time-bound (Definito nel tempo), massimizzando il lavoro integrandolo correttamente all’interno di altre attività quotidiane. Esistono moltissime strategie di Time Management, come il metodo POSEC o la matrice di Covey, e quasi tutte insistono sull’importanza di dare la giusta priorità ai compiti da svolgere attraverso la razionalizzazione di risorse e tempo. Tutte queste tecniche hanno lo scopo di responsabilizzare le persone permettendogli di arrivare al risultato atteso anche grazie alle proprie capacità.
Quando però la gestione del tempo non è ottimale, possono comparire ansia e preoccupazione eccessiva, che ci fanno perdere il controllo della situazione. Quando compaiono blocchi che impediscono di vivere serenamente la nostra vita e le nostre relazioni, allora questo è il momento di rivolgersi ad uno specialista che ci guidi nella giusta direzione. D’altra parte non occorre essere di fronte a veri e propri disturbi per iniziare un percorso di supporto psicologico.
- Possiamo concludere con qualche consiglio per le mamme che vogliono iniziare bene il nuovo anno senza farsi prendere dall’ansia dei buoni propositi che tanto poi non funzionano mai?
Credo che la prima e più importante tappa, sia definire gli obiettivi da raggiungere, chiarendo con precisione cosa vogliamo raggiungere e soprattutto perché. Senza motivazione, infatti, si fa fatica a partire ma soprattutto a mantenere nel tempo una certa costanza. Inoltre, è necessario uscire dalle mode e dagli stereotipi! Le diete non iniziano mai di lunedì e, soprattutto, i miei obiettivi difficilmente sono gli stessi degli altri (magari sono simili). Successivamente è importante dividere gli obiettivi in “piccoli passi”, raggiungibili e soprattutto misurabili, pianificando tempi e strategie. Bastano infatti pochi minuti ogni giorno per dedicarsi ai propri obiettivi che, in questo modo, entrano a far parte giorno per giorno delle nostre abitudini, soprattutto se rendono la nostra vita più salutare. Ovviamente, l’abbiamo già detto, non dobbiamo necessariamente fare tutto da soli: la “collaborazione” di amici e partner permette non solo di dividere il carico di fatica e impegno, ma anche di festeggiare i risultati ottenuti. Penso sia proprio questo il passo più importante da compiere: la gratificazione e il festeggiamento.
Proprio per questo motivo, al Centro sempliceMENTE abbiamo proposto quest’anno la “Sfida del barattolo - Challenge 2025”, che ci permette non solo di pianificare gli obiettivi per l’anno nuovo, ma soprattutto di ragionare su quanto ottenuto semplicemente “vivendo” e godendosi il percorso, quando le cose accadono senza che ce ne rendiamo veramente conto: le piccole soddisfazioni che non avevamo pianificato, le frasi di amici e parenti che ci fanno riflettere, gli obiettivi raggiunti senza troppo sforzo. Come funziona la challenge? Facilissimo: inizia a gennaio con un barattolo vuoto. Inserisci un bigliettino ogni volta che succede qualcosa di bello o che raggiungi un obiettivo. Alla fine dell’anno, svuota il barattolo e condividi con noi quanto è stato fantastico il tuo anno!! E voi accettate la nostra sfida?
Io sicuramente sì! Mi piace moltissimo questa challenge 2025 e non vedo l’ora di metterla in pratica.
Beh, abbiamo detto davvero molte cose interessanti e spero che ci sarà modo di approfondire insieme altre tematiche. Lascio di seguito tutti i contatti del centro e ricordo che, se volete usufruire dei servizi offerti con un piccolo sconto vi basterà iscrivervi alla mia newsletter, troverete il bonus nella mail di sabato 18/1/25 ma anche in futuro vi basterà iscrivervi e poi contattarmi via mail a susy@vitasumisura.it
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ORGANIZZAZIONE E PSICOLOGIA PER GESTIRE L’ANSIA
Siamo tutti sempre più vittime dell’ansia, in una o più aree della nostra vita ci capita di sentirci ansiosi: per i figli, il lavoro, le nostre relazioni, la scuola, la gestione del tempo, ecc. ma abbiamo la fortuna di poter agire ed eventualmente chiedere e avere aiuto perché non dobbiamo lasciare che l’ansia e lo stress ci impediscano di avere una vita quanto più possibile in equilibrio. A seconda della vostra personale situazione, se sentite che qualcosa va riorganizzato nella vostra vita, non aspettate che il problema diventi più grave, iniziate subito a fare qualche passo cercando di riconoscere quali sono le aree di sofferenza, cercando la vostra motivazione, scrivendo la vostra visione e trasformandola in obiettivi specifici da suddividere in micro azioni che vi avvicineranno, giorno dopo giorno, al raggiungimento di quegli stessi obiettivi.
Potete provare da sole ma se non riuscite non arrendetevi, chiedete aiuto, per esempio a me o a Francesca.